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    • Antonio Zoppetti   

      Diciamolo in italiano

      Gli abusi dell'inglese nel lessico dell'Italia e incolla

      Nell’era del web e di internet, le parole inglesi si insinuano sempre più nella nostra lingua senza adattamenti e senza alternative. Spesso rendono gli equivalenti italiani obsoleti e inutilizzabili, cambiando e stravolgendo il nostro parlare in ogni settore. La politica è infarcita di tax, jobs act, spending review e di inutili anglicismi che penetrano persino nel linguaggio istituzionale (welfare, privacy, premier) e giuridico (mobbing, stalking) amplificati dai mezzi di comunicazione. Il mondo del lavoro è ormai fatto solo di promoter, sales manager e buyer, quello della formazione di master e di tutor, e tutti i giorni dobbiamo fare i conti con il customer care, gli help center o le limited edition delle offerte promozionali. Il risultato è che mancano le parole per dirlo in italiano. Questo saggio, divulgativo ma al tempo stesso rigoroso, fa per la prima volta il punto su quanto è accaduto negli ultimi 30 anni: numeri alla mano, gli anglicismi sono più che raddoppiati, la loro frequenza d’uso è aumentata e stanno penetrando profondamente nel linguaggio comune. Il rischio di parlare l’itanglese è sempre più concreto, soprattutto perché, stando ai principali dizionari, dal 2000 in poi i neologismi sono per quasi la metà inglesi. Finita l’epoca del purismo, la nuova prospettiva è il rapporto tra locale e globale: dobbiamo evitare che l’italiano si contamini e diventi un dialetto d’Europa, dobbiamo difendere il nostro patrimonio linguistico esattamente come proteggiamo l’eccellenza della nostra gastronomia e degli altri prodotti culturali.
    • Marta Appiani   

      Il pudore nel linguaggio

      Il tabù linguistico: un'interpretazione psicoanalitica

      Per quale motivo ci sono parole che non possono essere pronunciate? Il testo sviluppa l’ipotesi che il fenomeno universale del tabù linguistico (la proibizione di utilizzare parole che pure ci vengono messe a disposizione dalle nostre risorse linguistiche) sia in rapporto con il tema del pudore. A essere interdetti sono i termini la cui pronuncia creerebbe una violazione nell’intimità dei parlanti all’interno di una relazione linguistica.L’opera è un’occasione per approfondire il tema del pudore, recentemente rivalutato come valore capace di proteggere l’intimità dei soggetti piuttosto che come inibizione della loro pulsionalità.