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    • Ermanno Bencivenga   

      La finestra sul male

      Temi di etica kantiana nell'opera di Hitchcock

      Nella Finestra sul cortile Jimmy Stewart, immobilizzato su una sedia a rotelle, indaga sul vicino Raymond Burr. Ripetutamente crede di averne scoperto un delitto e i suoi sospetti si rivelano infondati, ma lui non si dà per vinto. Siccome è un film di Hollywood, alla fine ha ragione. Nel frattempo, però, Hitchcock ci ha offerto una mirabile illustrazione dell’etica kantiana: la ragione non può intervenire nel mondo empirico; può solo giudicare gli eventi; ma il suo giudizio è inesorabile.

      L’etica kantiana è onnipresente nel lavoro di Hitchcock. Negli Uccelli, dove il ricorrere della critica interrompe la falsa serenità di esistenze borghesi. Nell’Uomo che sapeva troppo, dove un individuo qualsiasi è gravato da colpe e decisioni non sue: ognuno, direbbe Kant, deve assumersi il carico morale del mondo.

      In questo libro Bencivenga stabilisce un filo rosso fra i diversi episodi di un medesimo dramma, articolando l’etica lucida e spietata del grande maestro del cinema.

    • David Edmonds   

      L'assassinio del professor Schlick

      Ascesa e declino del Circolo di Vienna

      Un saggio storico tinto di giallo, ambientato in uno dei momenti più bui della storia d’Europa, sullo sfondo della catastrofe economica e dell’ascesa di Hitler.

      Protagonista è il Circolo di Vienna, influente gruppo di brillanti pensatori guidato da Schlick, impegnato in una lotta contro la metafisica e le pseudoscienze in una città che veniva inghiottita da fascismo, antisemitismo e irrazionalità.

      Il 22 giugno 1936 Moritz Schlick, professore di filosofia, era diretto verso la sua aula per tenere lezione quando fu ucciso da un colpo di pistola sulla scalinata dell’Università di Vienna da Johann Nelböck, un ex alunno con problemi mentali. Quando Nelböck durante il processo affermò che il suo ex professore stava diffondendo una pericolosa filosofia ebraica, alcuni giornali austriaci presero le difese di quel folle gesto.

      Tra i membri del Circolo di Vienna ci furono Otto Neurath, Rudolf Carnap e l’eccentrico logico Kurt Gödel, mentre ai suoi margini si mossero altri due titani della filosofia del Novecento, Ludwig Wittgenstein e Karl Popper.

      Edmonds ricostruisce la storia del positivismo logico nel milieu viennese con uno stile da raffinato narratore, rievocando il sapore artistico e politico dei dibattiti nei caffè degli anni Venti.

    • Gareth Stedman Jones   

      Karl Marx

      Grandezza e illusione

      Una storia intellettuale frutto di un lavoro di ricerca impeccabile, dove il pensiero di Marx emerge dalle sfide politiche, economiche, religiose del XIX secolo.

      In un’epoca dominata da nuove idee su Dio, sulle capacità umane, sul lavoro, sulla rivoluzione, sugli imperi e sui sistemi politici – e più di ogni altra cosa, sulla forma da dare al futuro – il contributo di Karl Marx fu indubbiamente il più inconfondibile e significativo.

      Nato in Renania in una famiglia di origine ebraica, Marx dedicò la sua intera vita al tentativo di comprendere le paure e di intercettare le speranze del mondo del XIX secolo. La biografia di Stedman Jones ripercorre il cammino attraverso cui Marx elaborò le sue rivoluzionarie idee in anni di grande fermento intellettuale,mettendone in evidenza l’impatto sulla sua epoca.

    • Peter-André Alt   

      Sigmund Freud

      Il medico dell'inconscio. Una biografia

      Vienna sul finire dell’Ottocento: difficile immaginare uno scenario migliore per la sofferenza psicologica dell’uomo moderno, capitale di un impero in splendida decadenza, specchio delle illusioni esistenziali e dell’identità frantumata di una generazione.

      Qui il neurologo Sigmund Freud lavora alle sue rivoluzionarie teorie sulla sessualità e la nevrosi, i sogni e l’inconscio, la famiglia e la società, le fiabe e il mito.

      Attingendo a materiale inedito, Peter-André Alt racconta lo sviluppo della psicoanalisi come movimento, i suoi trionfi e le sue sconfitte.

      Di Freud emerge il ritratto di un dogmatico autocritico, un eroe della scienza, un ebreo ateo e un appassionato padre di famiglia, lettore straordinariamente colto e grande scrittore. E non ultimo, uomo lacerato, con una profonda e cupa esperienza personale dei turbamenti dell’anima da cui la psicoanalisi avrebbe dovuto liberare l’umanità.

    • Fulvio Papi   

      Dizionario Marx Engels

      Questo dizionario, unico nel suo genere, raccoglie i termini filosofici, politici, economici, storici che nelle opere di Marx ed Engels costituiscono le strutture concettuali portanti. Tra questi: alienazione, valore, capitale, libertà, ideologia, classe, concezione materialistica della storia, stato, feticismo della merce, famiglia, comunismo, modo di produzione, forme trasformate, prezzo, proletariato ecc.

      L’opera rintraccia circa 300 lemmi, che possono essere divisi in tre classi: i concetti che appartengono all’originale lavoro teorico di Marx ed Engels, quelli che derivano da altre esperienze culturali ma hanno un particolare valore, i lemmi del linguaggio comune che si riferiscono a temi di rilievo per i due pensatori.

      Il dizionario vuole mettere a disposizione del lettore il significato originario dei concetti, ovvero quello che è ricavabile solo direttamente dai testi di Marx ed Engels. È stato fatto uno sforzo diretto per decondizionare il significato dei termini dalle tradizioni interpretative e conflittuali dei marxismi. Il criterio di massima che regola lo svolgimento delle singole voci è quello di seguire lo sviluppo di un concetto nella progressione storica che esso ha nelle opere di Marx ed Engels indicando le ragioni interne delle trasformazioni, metamorfosi, equilibri e deperimenti.

      Pubblicato originariamente da Zanichelli nel 1983, questo dizionario resta ancora oggi uno strumento di informazione esatta e di consultazione

      scientifica, utile per comprendere con chiarezza i concetti fondamentali di Marx ed Engels. Uno strumento che, attraverso la trama dei significati, consente una conoscenza diretta del pensiero di Marx ed Engels e, implicitamente, indica la profondità della sua storia.

    • Victoria Camps   

      Elogio del dubbio

      Secondo Bertrand Russell la filosofia è sempre un esercizio di scetticismo. Imparare a dubitare implica distanziarsi da ciò che è dato e mettere in discussione i luoghi comuni e i pregiudizi. Non semplicemente per rifiutare l’incontestabile, ma per esaminarlo, analizzarlo, ragionarlo e, alla fine, decidere.

      Elogio del dubbio ripercorre le vicissitudini del dubbio nella storia del pensiero e attraverso le sue pagine tornano a parlarci Platone, Aristotele, Descartes, Spinoza, Hume, Montaigne, Nietzsche, Wittgenstein, Russell, Rawls e molti altri filosofi che decisero di dubitare.

      Scritto con competenza e chiarezza, questo volume offre riflessioni che sono contestualizzate nel quotidiano e affronta argomenti scottanti – fanatismo identitario, informazione e manipolazione, rapporto tra occupazione dello spazio pubblico e potere –, attraverso una molteplicità di voci e una solida argomentazione.

    • Scott Galloway   

      L’algebra della felicità

      Appunti sulla ricerca del successo, dell'amore e del senso della vita

      Idee su come posizionare il profilo in un mercato del lavoro sempre più affollato, suggerimenti su come scoprire quali siano le decisioni più importanti della vita o come spiegare che l’unica cosa che conta, in fondo, sono i nostri rapporti con gli altri: Galloway intrattiene, ispira e provoca il lettore su questi e molti altri temi, attraverso un’iconica rappresentazione dei sentimenti.

      Sfrontato, godibile e sorprendentemente toccante, L’algebra della felicità offre una prospettiva inusuale su ciò di cui tutti hanno bisogno per raggiungere il successo professionale e l’appagamento personale.

      Il libro ideale per chiunque, in qualsiasi momento della propria vita, stia attraversando un periodo di smarrimento e incertezza.

    • Noel Malcolm   

      Utili nemici

      Islam e Impero ottomano nel pensiero politico occidentale 1450-1750

      È innegabile che dalla caduta di Costantinopoli nel 1453 fino al XVIII secolo, l’Impero ottomano divenne per molti intellettuali occidentali un’autentica ossessione. Per lo più, la reazione era di paura e diffidenza, sentimenti che scaturivano dalla profonda ostilità che il mondo cristiano aveva verso l’Islam. Ma incuriosiva il sistema sociale e politico su cui si basava il potere dei sultani.

      Con perizia e notevole conoscenza delle fonti, Noel Malcolm ci riporta ai vivaci dibattiti che nell’Europa moderna animarono la discussione sui rapporti tra Occidente e Oriente, a partire da una serie di pregiudizi per cui gli orientali erano nemici.

      Attraverso una lucida analisi delle opere di filosofi e teorici politici (tra cui Machiavelli, Bodin e Montesquieu), Utili nemici getta una luce del tutto nuova sul modo in cui gli occidentali interpretarono l’Impero ottomano e l’Islam e su come le loro idee si intrecciarono con i dibattiti in corso sul potere, sulla religione, sulla società e sulla guerra, fino a dare un significativo contributo allo sviluppo dello stesso pensiero politico occidentale.

    • Clare Carlisle   

      Kierkegaard

      L'inquieto filosofo del cuore

      Innovativa e commovente, questa biografia presenta l’inquieta vita di Kierkegaard, «Socrate della Cristianità» che, come diceva lui stesso, viveva la vita in avanti, ma la capiva soltanto a ritroso.

      Søren Kierkegaard, uno dei filosofi moderni più appassionanti e impegnativi, considerato oggi il padre dell’esistenzialismo, per i suoi contemporanei era soprattutto un «filosofo del cuore». Per oltre un decennio, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 dell’Ottocento, dalla sua penna scaturiscono scritti che analizzano amore e sofferenza, coraggio e inquietudine, anelito religioso e sfida alla religione, originando un nuovo stile filosofico radicato nel dramma interiore dell’essere «umani».

      Mentre il Cristianesimo sembra attraversare come un sonnambulo un mondo in trasformazione, a sorpresa Kierkegaard rivela la sua forza spirituale mettendo a nudo la povertà della religione ufficiale. La sua creatività irrequieta viene continuamente rinfocolata dai fallimenti personali, a cominciare dal ricordo della relazione con la giovane Regine Olsen, prima promessa sposa e poi abbandonata per dedicarsi interamente alla scrittura. Benché afflitto dalla pressione della fama, sceglie deliberatamente di vivere nell’affollata Copenaghen dove tutti lo conoscono, ma dove ha l’impressione che nessuno lo capisca.

      E quando, a 42 anni, crolla esausto sta ancora approfondendo la questione dell’esistenza: come essere «umani» in questo mondo.

    • Robert Zaretsky   

      Caterina e Diderot

      L'imperatrice, il filosofo e il destino dell'Illuminismo

      Nell’ottobre del 1773, dopo un viaggio estenuante da Parigi, un Denis Diderot molto provato scese barcollando da una carrozza nell’inverno di San Pietroburgo. Il filosofo più sovversivo dell’Illuminismo arrivò come ospite della sovrana più ambiziosa e ammirata, l’imperatrice Caterina di Russia. Accadde qualcosa che non aveva precedenti: nell’arco di quattro mesi, ben oltre quaranta incontri privati fra queste due figure straordinarie. Diderot era venuto da Parigi per guidare – o almeno così credeva – la donna che rappresentava l’ultima grande speranza del continente di vedere un sovrano illuminato. Ma fu subito chiaro che Caterina aveva una concezione del tutto diversa, sia del proprio ruolo sia di quello dell’ospite. I filosofi, sosteneva, avevano il privilegio di scrivere su carta inanimata, mentre i sovrani dovevano farlo sulla pelle umana, sensibile al minimo tocco.

      Gli incontri di Caterina e Diderot, tenuti nelle stanze private dell’imperatrice all’Hermitage, catturarono la fantasia dei contemporanei. I capi di Stato come Federico di Prussia temevano le conseguenze di quelle conversazioni, gli intellettuali come Voltaire speravano che avrebbero giovato agli scopi dell’Illuminismo.

      In Caterina e Diderot Robert Zaretsky delinea le vite di questi due considerevoli personaggi e ci invita a riflettere sull’insidiosa relazione fra politica e filosofia, e fra un uomo di pensiero e una donna d’azione.