Suggerimenti
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Nel suo nuovo libro Bencivenga conduce una riflessione tra etica e cinema, a partire dalla filosofia di Kant i cui riflessi si colgono nell'opera di Hitchcock.
Nella Finestra sul cortile Jimmy Stewart, immobilizzato su una sedia a rotelle, indaga sul vicino Raymond Burr. Ripetutamente crede di averne scoperto un delitto e i suoi sospetti si rivelano infondati, ma lui non si dà per vinto. Siccome è un film di Hollywood, alla fine ha ragione. Nel frattempo, però, Hitchcock ci ha offerto una mirabile illustrazione dell’etica kantiana: la ragione non può intervenire nel mondo empirico; può solo giudicare gli eventi; ma il suo giudizio è inesorabile. Siamo colpevoli finché non si dimostri la nostra innocenza, e questa dimostrazione è impossibile.
L’etica kantiana è onnipresente nel lavoro di Hitchcock. Negli Uccelli, dove il ricorrere della critica interrompe la falsa serenità di esistenze borghesi. Nell’Uomo che sapeva troppo, dove un individuo qualsiasi è gravato da colpe e decisioni non sue: ognuno, direbbe Kant, deve assumersi il carico morale del mondo.
Invito. Sospetto infinito - L’occhio della coscienza - L’impotenza della ragione - Esecutori materiali - Il doppio - Il carico del mondo - Il male stupido - Congedo: la sintesi del molteplice. Riferimenti.
Ermanno Bencivenga è Distinguished Professor of Philosophy and the Humanities, Emeritus, all’Università di California; logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. Ha scritto, fra l’altro, La filosofia in ottantadue favole (Mondadori 2017), Nel nome del padre e del figlio (Hoepli 2020), Il teatro dell’essere (Hoepli 2021) e Logica dei paradossi (UTET 2022).
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