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Home Libri & eBook Soggetto

Soggetto: resistenza

6 risultati trovati - pagina 1 di 1

    • Ettore Castiglioni   

      Il giorno delle Mésules

      Diario di un alpinista antifascista

    • Il giorno delle Mésules
    • Ettore Castiglioni   

      Il giorno delle Mésules

      Diario di un alpinista antifascista

      Per circa quarant’anni i diari di Ettore Castiglioni sono rimasti ignoti al pubblico. Vennero editati nel 1993, raccogliendo dal vastissimo materiale manoscritto i passaggi più significativi, con le avventure vissute sulle Alpi, in Patagonia, o durante i mesi bui del 1943, quando l’autore si spese per condurre in salvo oltre il confine elvetico centinaia di profughi in fuga dalla guerra e dalle leggi razziali. La voce del grande alpinista ed esploratore milanese poté così rivivere in un volume, e il pubblico l’accolse riconoscendone la compostezza, il valore morale e la forza evocativa. Un testo intimo e al contempo trascinante, avvincente, quasi Castiglioni pensasse a un futuro lettore. Per questo Il giorno delle Mésules occupa oggi un posto di primo piano sullo scaffale dei classici della montagna. Le grandi “prime” sulle pareti dolomitiche, i ritratti dei “sestogradisti” più forti legati alla sua corda - Detassis, Bramani, Vinatzer, Boccalatte -, le lunghe camminate solitarie su sentieri d’autunno, le notti al pianoforte, la medaglia conferitagli dal Duce e gli slanci di disprezzo per quel machismo spaccone e “delittuoso” incarnato dal Regime. Fino all’attività clandestina che lo condurrà ai suoi ultimi misteriosi passi nella bufera, a 2500 metri. La presente edizione è arricchita dall’introduzione di Paolo Cognetti e dal racconto degli ultimi giorni di Castiglioni scritto dal curatore dei diari, Marco Albino Ferrari.
    • Sandro Gerbi   

      I Cosattini

      Una famiglia antifascista di Udine

    • I Cosattini
    • Sandro Gerbi   

      I Cosattini

      Una famiglia antifascista di Udine

      Questa non è una biografia, bensì la storia di una famiglia di Udine - I Cosattini, per l’appunto - ricostruita seguendo le vicende di due generazioni sullo sfondo della prima metà del Novecento. Da un lato, il “capostipite”, l’avvocato Giovanni Cosattini (1878-1954), deputato socialista amico di Giacomo Matteotti, oppositore del fascismo, sindaco della Liberazione e infine senatore della Repubblica. Dall’altro, i cinque figli (due maschi e tre femmine), nati dal matrimonio con Renza Cuoghi, ciascuno protagonista di avventure meritevoli di essere conosciute. Il figlio maggiore, Luigi, docente di diritto civile, fu tra i fondatori del Partito d’Azione veneto; deportato a Buchenwald, trovò la morte in Germania durante un tragico tentativo di fuga. L’altro figlio Alberto, avvocato e anch’egli militante del PdA, diventerà il braccio destro di Ferruccio Parri a Milano nel cruciale periodo 1944-45 e poi suo segretario particolare durante il primo governo post Liberazione. Le tre figlie ebbero come mariti personaggi notevoli della galassia antifascista: Emilia sposò Gustavo Volterra, funzionario della Ras, figlio del matematico Vito Volterra, uno dei pochissimi docenti universitari che nel ’31 rifiutarono il giuramento di fedeltà imposto dal regime; Giovanna si unì all’ingegnere torinese Enrico Carrara, figlio del professor Mario Carrara (genero di Lombroso), altro docente “non-giurante”; Emma infine fu moglie di Giovanni Enriques - figlio del matematico Federigo -, dirigente dell’Olivetti, attivo nella Resistenza. Forse un caso, tre mariti di origine ebraica. Come accadrà molto più tardi anche con la moglie di Alberto, Graziella Jacchia, figlia di un musicista veneziano, Mario Jacchia, la cui carriera fu stroncata nel ’38 dalle «leggi razziali». Nell’insieme, un’esemplare miscela cattolico-ebraica, cementata dai comuni sentimenti antifascisti.

    • Sandro Gerbi   

      Tempi di malafede

      Guido Piovene ed Eugenio Colorni. Una storia italiana tra fascismo e dopoguerra

    • Tempi di malafede
    • Sandro Gerbi   

      Tempi di malafede

      Guido Piovene ed Eugenio Colorni. Una storia italiana tra fascismo e dopoguerra

      Cinquant’anni di storia italiana riletti attraverso la sofferta amicizia dei due protagonisti, lo scrittore Guido Piovene e il filosofo Eugenio Colorni, molto diversi per temperamento ed estrazione: di nobile e cattolica famiglia veneta, il primo; alto borghese, figlio di un imprenditore israelita, il secondo. Uniti però in gioventù dalla passione per gli studi e dall’ammirazione per gli stessi maestri all’Università di Milano (Giuseppe Antonio Borgese e Piero Martinetti).

      In origine antifascisti entrambi, il loro sodalizio s’interrompe bruscamente nel ’31, quando Piovene inizia una brillante carriera giornalistica all’ombra del regime, prestandosi anche alla campagna razziale del ’38. La separazione durerà dieci anni, periodo in cui il socialista Colorni si immergerà sempre più nella lotta clandestina, fino all’arresto e al confino a Ventotene. Il loro dialogo riprenderà a sorpresa durante la guerra, ma sarà spezzato dalla tragica morte di Colorni a Roma, durante l’occupazione nazista: un incubo che continuerà a perseguitare l’ondivago Piovene nei trent’anni successivi.

      La nitida e originale ricostruzione di Gerbi illumina sia la vita pubblica sia quella privata dei due attori principali, con un contorno di affascinanti figure femminili e una folla di comprimari del calibro di Ojetti, Saba, Spinelli, Montanelli e Moravia. Al centro, il tema incandescente del lavoro intellettuale in tempi di dittatura.

      In questa nuova edizione, minuziosamente rivista con centinaia di ritocchi, correzioni e aggiunte, il lettore troverà anche una suggestiva sezione fotografica, la cronologia di entrambi i protagonisti, nonché due nuove appendici: il testamento di Colorni e una lettera inedita di Rossana Rossanda a Mario Alicata in difesa di Piovene.

    • Ruggero Meles   

      Leopoldo Gasparotto

      Alpinista e partigiano

    • Leopoldo Gasparotto
    • Ruggero Meles   

      Leopoldo Gasparotto

      Alpinista e partigiano

      Il 22 giugno 1944, poco dopo le tredici, i nazisti prelevano il partigiano Leopoldo Gasparotto dal campo di prigionia di Fossoli (località nei pressi di Carpi in provincia di Modena) dove era detenuto dal 27 aprile. Il prigioniero fa appena in tempo a consegnare all’amico Ferdinando Brenna un sottile quadernetto che teneva nascosto. Dopo aver messo in salvo il suo prezioso diario Leopoldo viene ammanettato e caricato su un’auto che parte a grande velocità nella calura estiva seguita da una motocicletta con a bordo una SS. Percorsi pochi chilometri l’auto si ferma e Gasparotto viene fatto incamminare per una stradina di campagna dove viene assassinato con una raffica di mitra alle spalle. Pochi giorni dopo, il 12 luglio, i nazifascisti avrebbero ucciso con un colpo alla nuca altri sessantasette prigionieri del campo.
      Proprio nelle pagine del diario di prigionia, pochi giorni prima di essere ucciso, Leopoldo Gasparotto manifesta tutta la sua passione e nostalgia per le montagne e per gli sconfinati spazi liberi. Le spedizioni in Caucaso e in Groenlandia, l’apertura di nuove vie sulle nostre Alpi, le prime ripetizioni e la frequentazione di alcuni tra i più forti alpinisti dell’epoca ne fecero uno dei protagonisti sulle crode.
      Il volume racconta, documentandole con pregevoli immagini raccolte dallo stesso Gasparotto, le sue avventure verticali. La sua partecipazione alla Resistenza appare nel libro come la naturale prosecuzione e il compimento della sua attività alpinistica. La guerra partigiana infatti, verrà affrontata con lo stesso coraggio, la medesima serena ironia, il medesimo rigore che lo porterà al sacrificio.
    • Lodovico Barbiano di Belgiojoso   

      Notte, nebbia

      Racconto di Gusen

    • Notte, nebbia
    • Lodovico Barbiano di Belgiojoso   

      Notte, nebbia

      Racconto di Gusen

      Nel dicembre del 1942 entrammo in contatto, a Milano, con alcuni aderenti al Partito d’Azione. La nostra piccola banda di cospiratori coincideva con il gruppo di professionisti - di amici, innanzitutto - che faceva capo allo studio di architettura BBPR, costituitosi nel 1932: oltre a me, Gian Luigi Banfi (Giangio), Ernesto Nathan Rogers e Enrico Peressutti (Aurel).

      Ha così inizio l’attività di resistenza di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, che consiste in particolare nel collegamento con le forze alleate e nell’azione di propaganda antifascista clandestina. Il 25 luglio 1943, con la caduta di Mussolini, cambia il panorama e si intensificano i contatti con personaggi come Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, rientrati dal confino. Nel marzo 1944, l’Autore viene arrestato insieme a Giangio Banfi: incarcerati a San Vittore e in seguito trasferiti al campo di Fossoli, vengono poi deportati a Mauthausen e da lì a Gusen, dove Belgiojoso sopravvive stremato sino alla liberazione nel maggio del 1945. Banfi invece si spegne di stenti nell’infermeria di Gusen il 10 aprile, qualche settimana prima dell’arrivo delle truppe americane.

      La memoria di Lodovico Barbiano di Belgiojoso resta silenziosa per cinquant’anni dopo i tragici avvenimenti, fino a quando, sollecitato da amici e famigliari, accetta di trasformare in un libro straordinario gli appunti precedentemente raccolti, corredandolo con gli intensi e sconvolgenti disegni in parte realizzati con mezzi di fortuna nel campo stesso. Indimenticabili alcune tra le figure rievocate, tra tutte quella di Romeo Rogers (padre dell’architetto Ernesto Nathan) che dal campo di Fossoli, vecchio, malato e dignitoso, viene “avviato” ad Auschwitz da dove non farà ritorno.

    • Aristide Marchetti   

      Ribelle

      Nell'Ossola insorta con Beltrami e Di Dio, novembre 1943 - dicembre 1944

    • Ribelle
    • Aristide Marchetti   

      Ribelle

      Nell'Ossola insorta con Beltrami e Di Dio, novembre 1943 - dicembre 1944

      L’episodio della resistenza contro i neofascisti della Repubblica sociale e i tedeschi occupanti nell’Italia del 1943-’45 che vanta il maggior numero di studi e di ricerche è forse la vicenda della Giunta provvisoria di governo dell’Ossola libera (9 settembre-14 ottobre 1944). Fra le prime memorie, Ribelle. Nell’Ossola insorta con Beltrami e Di Dio (1943 - 1944), di Aristide Marchetti (“Aris”) - pubblicato nel 1947 - è il “diario di battaglia” giudicato a lungo fra i resoconti più attenti sulla storia delle formazioni “azzurre” ossolane. Dal novembre 1943 - quando si unisce alle “bande” - all’ottobre 1944 - quando con la “Valtoce” in rotta sconfina in Svizzera - Marchetti ripercorre i mesi del suo coinvolgimento nelle azioni e nei combattimenti che portano le forze della Resistenza a controllare vallate, abitati e grandi centri urbani dell’area tra la Valsesia, l’alto Verbano, il lago d’Orta.Pagina dopo pagina i protagonisti - fascisti, antifascisti, popolazione, tedeschi - appaiono non ancora cristallizzati nella storia; ne riesce un resoconto vivo nel quale la retorica, giustificata dalla passione politica e civile, è temperata dalla forma diaristica, cioè della narrazione “a caldo”. Ripresentato in edizione critica - con introduzione, note esplicative e appendice biografica a cura di Marino Viganò - Ribelle costituisce tuttora un documento avvincente su fatti e interpreti centrali della Resistenza nel Verbano-Cusio-Ossola e su quel primo esperimento di democrazia diretta in Italia.

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