Hans Christian Andersen nacque a Odense, nel 1805, da una famiglia di umili origini; il padre era ciabattino, la madre lavandaia. Dopo un’infanzia infelice (perse il padre a undici anni), nel 1819 si trasferì a Copenaghen, dove tentò di entrare nel mondo teatrale e dove riuscì a completare gli studi nel 1829. Alle iniziali e acerbe prove poetiche fece seguito nel 1831 il resoconto di un viaggio tra Svizzera e Germania, in cui rivelò i primi segni del suo talento. Il romanzo L’improvvisatore, opera ampiamente autobiografica pubblicata nel 1835, gli procurò un’iniziale notorietà. Nello stesso anno scrisse la prima delle sue 156 fiabe. Nel 1847 uscì l’autobiografia che divenne, nel 1855, La fiaba della mia vita, opera in cui Andersen non risparmiò strali contro critici e detrattori. Il raggiunto agio economico e la fama procuratagli dalle successive edizioni delle Fiabe gli permisero di compiere, negli anni della maturità e della vecchiaia, numerosi viaggi in Europa; tuttavia la sua vita privata rimase per sempre segnata dai traumi dell’infanzia. Gli ultimi anni, pur essendo ormai Andersen una gloria nazionale, furono malinconici, fino alla morte, avvenuta a Copenhagen nel 1875.