Descrizione
Il libro è stato dato alle stampe per ricordare la nobile figura della professoressa Angiola Borrino, una donna-medico che svolse un’intensa attività con coraggio, abnegazione, tenacia ed elevato spirito professionale negli anni del primo ’900 dopo la laurea conseguita all’Università di Torino nel 1905. La professoressa Angiola Borrino ha lasciato un grande ricordo di sé in tutte le sedi universitarie in cui ha lavorato: Torino, Siena, Sassari e Perugia. È stata insignita dell’onorificenza di professore emerito e Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Con la pubblicazione del suo ultimo libro ho voluto, insieme a Clara, completare l’impegno di mio padre Franco Antonio che ha raccolto ed ordinato il materiale scientifico di sua zia.
Indice
Presentazione - Introduzione - I primi passi nella vita - Incontro con la scienza - Preparazione alla pediatria - Prima attività professionale e libera docenza - Nella Magna Sila - Intorno alla Prima guerra mondiale (1914-1918) - Nella dolce Siena - Intermezzo nella vecchia casa - Nell’isola - In Umbria - La maternità extralegale ed i bimbi soli - L’ultima avventura - Appendice I: documenti e immagini - Appendice II: Pubblicazioni scientifiche.
Note biografiche
Virginia Angiola Borrino nasce a Cossato, in provincia di Biella, il 28 marzo 1880, in una buona famiglia di piccoli industriali. Ultima di quattro figli, è intelligente, volitiva e coraggiosa e dopo il liceo classico prosegue gli studi presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino. È il primo passo di una strada che sarà sempre in salita, irta di ostacoli, non tracciata per le donne. Da subito si distingue per ingegno, rigore morale e dedizione totale alla missione di medico. La sua attività segue due linee convergenti, la fisiologia, con particolare riguardo all’infanzia - suoi maestri sono Angelo Mosso e Amedeo Herlitzka -, e quindi la pediatria, che diviene ragione prima della sua vita, sotto la guida dei più grandi nomi del suo tempo, Czerny a Breslavia, Marfan a Parigi, Mya a Firenze e Allaria a Torino. Nel 1913 inizia una brillante carriera d’insegnante universitaria, alternata a una generosa messe di pubblicazioni, in una definizione sempre più completa della sua statura di scienziata. Il tutto in un’Italia fascista in cui le donne venivano escluse persino dall’insegnamento letterario nelle scuole medie superiori e incontravano difficoltà quasi insormontabili per adire all’insegnamento universitario. Queste pagine autobiografiche sono il racconto di una vita ispirata a una concezione alta dell’arte medica, la storia di un’impresa pionieristica, umana e femminile, che, pagina dopo pagina, fa riflettere ed emoziona.